giovedì 31 dicembre 2009

L'AUGURIO RIVOLUZIONARIO ALLA CLASSE LAVORATRICE DI DOMENICO SAVIO, SEGRETARIO GENERALE DEL PCIML, PER IL 2010

AI COERENTI MARXISTI-LENINISTI E AL PROLETARIATO DI TUTTI I PAESI DELLA TERRA PER IL 2010 FORMULIAMO VIVISSIMI E AFFETTUOSI AUGURI DI CRESCITA DELLA COSCIENZA DI CLASSE NELLE MASSE LAVORATRICI E DI RAFFORZAMENTO DELLA LOTTA PER IL SOCIALISMO!

Le prossime Rivoluzioni Socialiste potranno esserci ed essere vittoriose solamente con l’applicazione coerente e rigorosa degli insegnamenti di Lenin e Stalin sulla conduzione della lotta rivoluzionaria per la conquista del potere politico da parte del proletariato e sulle modalità di costruzione della società socialista: l’esperienza dell’Unione Sovietica, 7 novembre 1917-5 marzo 1953, insegna!

LAVORATORI OPERAI E INTELLETTIVI, ENTRATE NEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO MARXISTA-LENINISTA, AIUTATELO A CRESCERE E SIATE I PROTAGONISTI DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA E DELLA COSTRUZIONE DEL SOCIALISMO NEL NOSTRO PAESE!

di Domenico Savio*

E’ trascorso un altro anno di sfruttamento, di licenziamenti, di precarietà del lavoro, di impoverimento, di disperazione esistenziale e di repressione sociale della classe lavoratrice del braccio e dell’intelletto dell’Italia e di tutti i paesi della Terra da parte del sistema economico e del potere politico capitalistico. Le multinazionali del capitale bancario, finanziario e borsistico, della produzione industriale, agricola e dei servizi e del commercio hanno continuato ad arricchirsi pure in presenza della crisi da loro stessi prodotta e manovrata. Basta osservare che in Italia il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza prodotta dai lavoratori sfruttati e sottoposti alle angherie dei padroni, il 20%, è ragionevole supporre, quasi il 30% e il 70% delle masse lavoratrici e popolari vivono con la residua miseria del 20%. La distribuzione della ricchezza nei paesi capitalistici avanzati è pressappoco uguale, mentre in quelli ancora sottosviluppati la situazione è di gran lunga peggiore. Di qui i flussi migratori, cosiddetti irregolari, di masse di proletari affamati – che durante i viaggi di spostamento da un continente, regione o paese all’altro sono esposti ad altro sfruttamento, maltrattamenti, assassinii e morti raccapriccianti – che, sopravvissuti alla tragedia del viaggio, giunti vivi nei paesi industrializzati vengono accolti e trattati come nuovi schiavi, senza diritti, perseguitati e riaccompagnati nei paesi d’origine. E’ il volto feroce, sanguinario e disumano del sistema capitalistico, che solo il socialismo può cancellare dalla faccia della Terra. Nel sistema capitalistico le tasse le pagano i lavoratori e i pensionati e una gran parte di esse finiscono nelle tasche dei capitalisti sotto forma di incentivi vari o di sostegno alla produzione, insomma i padroni pubblicizzano le perdine e privatizzano i guadagni. In Italia negli ultimi tempi circa 300 miliardi di euro, prodotti dal lavoro proletario, sono stati sottratti al fisco ed esportati clandestinamente all’estero con la complicità diretta dello Stato e del potere politico capitalistico. Industriali, agrari e banchieri lucrano anche con l’evasione fiscale, sui prezzi imposti alle merci e sui servizi sociali da loro gestiti. Il dramma maggiore che stanno vivendo i lavoratori è la chiusura delle fabbriche, a causa della crisi o della delocalizzazione della produzione, che altrove consente di sfruttare meglio il lavoro proletario, considerato e trattato dai padroni come una merce qualsiasi da retribuire al prezzo più basso possibile. Abbiamo masse di diplomati e laureati senza prospettiva di lavoro e chi può affronta il dramma dell’emigrazione forzata. Nel 2010 in Italia il costo della vita aumenterà ulteriormente, per adesso si parla dei primi 650 euro a famiglia per tariffe ed energia. Sarà un altro anno di patimento, come lo è l’intera esistenza umana nel barbaro sistema capitalistico. Dinanzi a tante tribolazioni che ci infligge il sistema e il potere politico borghese e clericale padronale è sconcertante osservare che la classe lavoratrice, nella stragrande maggioranza, al momento sembra rassegnata a voler risolvere i suoi problemi di vita all’interno dell’odierno ordine sociale capitalistico, protesta senza dare un significato di classe alla sua lotta, e per ciò si rivela perdente, senza capire che da questa situazione si può uscire solo uscendo dal capitalismo ed entrando nel socialismo, che è la fase storica di passaggio dal capitalismo al comunismo. E’ una classe lavoratrice piegata su se stessa, cioè è sciaguratamente ancora classe in sé e non per sé, che non guarda in avanti, che non studia i testi del marxismo-leninismo e che continua ad essere strumento di potere della falsa sinistra politica e dei sindacati di regime padronale. Sono lavoratori totalmente soggiogati, condizionati e bloccati nella lotta di classe sia dalla propaganda capitalistica e clericale e sia dalla loro incapacità intellettiva di pensare e di vedere oltre il triste presente e ciò nonostante la forte presenza e azione di orientamento di classe e rivoluzionario del nostro Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Sicuramente nella fase attuale a determinare la debolezza, se non l’assenza, della formazione ideale, politica e sindacale di classe delle masse lavoratrici è la mancanza, nei singoli paesi, di un forte partito comunista marxista-leninista e di un sindacato di classe, che difendesse i diritti borghesi dei lavoratori all’interno della prospettiva di fuoriuscita dal capitalismo e di costruzione del socialismo. Ma questo tipo di forte partito e sindacato di classe non viene da solo, è indispensabile che i lavoratori prendano coscienza della necessità della militanza e del lavoro politico e sindacale all’interno delle proprie organizzazioni di classe. Innanzi tutto, a partire dai luoghi di lavoro, occorre ricostruire un’avanguardia della classe lavoratrice, che abbia il compito di formare la coscienza di classe e di dare valore di classe e rivoluzionario alle lotte dei lavoratori, sottraendole ai mali dell’egoismo, dell’economicismo, dell’opportunismo e della sudditanza al potere dominante. I lavoratori devono trovare la forza intellettiva di riflettere sulle cause sociali dei loro mali esistenziali, di rimettersi politicamente in gioco, di riacquistare la modestia e la passione di lotta rivoluzionaria di quanti nel secolo scorso condussero alla vittoria la prima, grandiosa ondata storica della rivoluzione socialista, alla sconfitta del capitalismo in tanti paesi della Terra e all’annientamento del nazifascismo in Europa. Il nostro Pianeta sta morendo per l’ingordigia del capitalismo e della sua espansione imperialistica, per la corsa sfrenata e illimitata ai profitti delle multinazionali, che con l’emissione nell’atmosfera dei cosiddetti gas serra causa il surriscaldamento della superficie terrestre, che a sua volta provoca lo scioglimento dei ghiacciai, alluvioni e aumento del livello del mare che sommerge le coste basse, per la scelta dell’energia nucleare al posto di quella alternativa e pulita. Il capitalismo è una macchina infernale che produce la società divisa in classi contrapposte e in conflitto tra loro, che sta distruggendo la Terra sulla quale viviamo e che rappresenta un grave pericolo per la sopravvivenza della specie umana e del suo progresso civile. La salvezza del Pianeta passa necessariamente attraverso la morte del capitalismo, o i comunisti con le rivoluzioni proletarie e la costruzione del socialismo distruggeranno il capitalismo oppure quest’ultimo distruggerà l’umanità intera. L’imperialismo americano, con quello europeo accodato, oramai ha esteso i suoi tentacoli sull’intera superficie del Pianeta, che domina coi capitali, in buona parte formati da cartastraccia, con le banche mondiali, coi commerci, le guerre, i potenti servizi segreti e governi-fantoccio. Esporta armi, crisi economiche e trame politiche internazionali, sostiene governi reazionari e aggressivi, come quello israeliano nei confronti del popolo martire palestinese e di altri, scatena guerre per mettere le mani sulle ricchezze minerarie e vegetali di altri paesi, massacra popoli interi, come quelli afghano e iracheno, e vuole ridurre all’ubbidienza quei paesi che rivendicano autonomia e indipendenza. Degli ultimi decenni lo fa in nome di una pretestuosa lotta al terrorismo, che altro non è che la eroica Resistenza al dominio assoluto e incontrastato che attualmente l’imperialismo statunitense dispiega, come un avvoltoio, su tutto il mondo conosciuto. Il “terrorismo” è il prodotto naturale dell’imperialismo, è figlio dell’occupazione economica, militare e politica degli Stati Uniti su quasi tutti i paesi della Terra, è la risposta povera e sbagliata all’invasione e alla violenza dell’imperialismo, perché l’unica offensiva ragionevole e storicamente vincente è la morte del capitalismo e dell’imperialismo per mano della rivoluzione proletaria, della costruzione del mondo socialista e dell’edificazione di quello comunista, un mondo scientificamente possibile e di estrema attualità, basta che il proletariato di tutti i paesi lo voglia. Per sconfiggere la dittatura del capitalismo e dell’imperialismo sul mondo, per mettere fine ai massacri e allo sterminio di popoli interi con le guerre di espansione, di occupazione e di sfruttamento della forza-lavoro e delle risorse naturali, per sopprimere le disuguaglianze sociali, per rispondere al soddisfacimento dei bisogni di vita delle masse lavoratrici e popolari e per liberare il lavoro e la vita dallo sfruttamento altrui, insomma per eliminare il capitalismo e costruire il socialismo, non c’è bisogno di un partito e di una cultura politica qualsiasi, bensì della vera cultura comunista e di un autentico e forte Partito di classe e rivoluzionario, cioè coerentemente marxista-leninista, forgiato nella natura rivoluzionaria della dottrina, della strategia e della tattica comunista elaborate e propugnate da Marx, Engels, Lenin e Stalin e tale è il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Solo con questo Partito il proletariato italiano potrà avanzare sulla via del socialismo. Chi ancora si attarda a invocare la costruzione di un diverso partito comunista in Italia sta perdendo del tempo prezioso e alimenta la cultura controrivoluzionaria, come avvenne nell’ex Unione Sovietica al ventesimo congresso del PCUS nel 1956 e successivamente, diffusa all’interno della classe lavoratrice dai rinnegati e traditori revisionisti, opportunisti, movimentisti vari, anarchici ed estremisti delle diverse specie. L’augurio più intenso che ci sentiamo di rivolgere ai marxisti-leninisti e a tutti i lavoratori, uomini e donne, dell’Italia e di ogni paese della Terra è quello di auspicare vivamente che nel 2010 vi siano segnali concreti di ripresa e sviluppo della coscienza di classe dei lavoratori, con l’impegno della militanza politica nel P.C.I.M-L.e nel Sindacato di Classe dei Lavoratori Italiani. Tali elementi di novità sono indispensabili per poter riprendere il cammino verso l’avvenire socialista. Ancora auguri marxisti-leninisti nel nome del pensiero e l’opera di Marx, Engels, Lenin e Stalin. Forio (Napoli), 1 gennaio 2010. * Segretario generale del P.C.I.M-L.
domenicosavio@pciml.org

domenica 6 dicembre 2009

GIOVEDI’ 10 DICEMBRE 2009 TUTTI A ROMA PER DIFENDERE LA PRIMA CASA DI ABITAZIONE DAGLI ABBATTIMENTI! PER PRENOTARSI, CONTATTARE GENNARO SAVIO.

PER PRENOTAZIONI, CONTATTARE GENNARO SAVIO AL NUMERO: 339.5683542

Migliaia di cittadini della regione Campania marceranno verso piazza Monte Citorio per rivendicare il diritto alla casa e per essere ricevuti in delegazione dai rappresentanti parlamentari del governo. Si stanno organizzando i pullman in partenza sia da Ischia che da Procida. La partenza dal porto d’Ischia è prevista alle ore 4.30 mentre da Procida alle ore 3.10. Tutti gli interessati a partecipare all’importante manifestazione popolare sono invitati a mettersi immediatamente in contatto con i componenti del “Comitato di Lotta Popolare di Ischia e Procida”: per l’isola d’Ischia contattare Gennaro Savio ai numeri 339.5683542 – 335.6063055 e per l’isola di Procida, Leo Pugliese al numero 339.3344850.

RIUSCITO IL PRESIDIO DEL PCIML CONTRO LA MATTANZA DEI PINI NELLA PINETA DI CASAMICCIOLA ABBATTUTI PER COSTRUIRE LA CASERMA FORESTALE

venerdì 4 dicembre 2009

giovedì 5 novembre 2009

E' NATA PCIML-TV INTERNATIONAL, IN ASSOLUTO LA PRIMA TELEVISIONE ITALIANA CHE TRASMETTE IN LINGUA INGLESE


Per guardare PCIML-TV INTERNATIONAL, cliccare sul link sottostante:

PCIML-TV INTERNATIONAL, visibile all’indirizzo www.pcimltvinternational.blogspot.com, è nata sabato 31 ottobre 2009. Gennaro Savio: “Dopo aver fondato nel nostro Paese la prima televisione web con trasmissioni andate in onda in diretta televisiva, siamo molto soddisfatti per essere riusciti a creare la prima televisione italiana in versione inglese. PCIML-TV INTERNATIONAL, di cui arricchiremo il palinsesto nelle prossime settimane, sarà il megafono sul Mondo del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Ringrazio di cuore Claudio Buttinelli, autore delle traduzioni dall’italiano all’inglese”.

dalla Redazione di PCIML-TV *

Per i Dirigenti del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista guidato dal Segretario generale Domenico Savio, quella del 31 ottobre 2009 rappresenta di sicuro una data storica per la nascita di PCIML-TV INTERNATIONAL, la Televisione ufficiale on line del PCIML in versione inglese. Infatti, quella del PCIML, è la prima emittente televisiva italiana che in assoluto viene tradotta in lingua inglese. Su PCIML-TV INTERNATIONAL saranno mandati in onda i più importanti servizi giornalistici di carattere internazionale, nazionale e locale realizzati dalla Redazione di PCIML-TV e tradotti in inglese. La TV internazionale del PCIML, visibile all’indirizzo www.pcimltvinternational.blogspot.com, sarà diffusa a tappeto innanzitutto negli Stati Uniti d’America e in Inghilterra ma anche nei Paesi di tutto il mondo essendo l’inglese la lingua internazionale per antonomasia. Attualmente, oltre ad alcuni documentari di carattere internazionale come quello sul novantesimo anniversario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, ci sono già alcuni servizi giornalistici riferiti all’isola d’Ischia tra cui quello sul vergognoso tentativo dello Stato italiano di costruire la Caserma Forestale nella pineta Bosco della Maddalena di Casamicciola Terme, quello sulle straordinarie imprese sportive del nostro atleta speciale Gianni Sasso, quello sull’interessante Convegno “Slow Food” svoltosi alla Trattoria “Il Focolare” di Riccardo D’Ambra e quello sul premio giornalistico conferito a Gennaro Savio dal compianto Direttore de “Il Golfo” Domenico Di Meglio. Sempre per quanto concerne la nostra Isola, nei prossimi giorni saranno mandati in onda altri importanti servizi giornalistici tra cui quello realizzato sulla manifestazione di protesta tenuta dagli studenti dell’Alberghiero. “L’idea di tentare questa nuova, impegnativa ma straordinariamente interessante “avventura mediatica”, ha commentato il Direttore di PCIML-TV INTERNATIONAL Gennaro Savio, è nata dopo aver verificato, con immensa soddisfazione, che i nostri servizi giornalistici video in lingua italiana non solo sono cliccatissimi in tutta Italia, ma anche all’estero e in modo particolare negli Stati Uniti, in Europa e ultimamente persino in Giappone. Ed è certo, ha continuato Savio, che se all’estero c’è chi segue i nostri video in una lingua come l’italiano che in genere non conoscono, a maggior ragione li seguiranno in lingua inglese. Naturalmente, ha spiegato Gennaro, nelle prossime settimane arricchiremo il palinsesto di PCIML-TV INTERNATIONAL con nuovi servizi giornalistici che stiamo preparando in queste ore e che si andranno ad aggiungere a quelli già presenti nell’attuale programmazione. Servizi giornalistici che faranno soprattutto il punto sulla delicata situazione politica e sociale italiana dove con la svolta reazionaria della destra berlusconiana, avallata dalla politica antipopolare del centrosinistra capitalistico, mentre le lobby economiche continuano ad arricchirsi a sbafo, con il preteso della crisi economica internazionale alle masse popolari si impone il sempre maggiore impoverimento. E per PCIML-TV INTERNATIONAL raccontare e denunciare all’estero le anomalie politiche italiane, sarà una sfida nella sfida. La nostra nuova emittente televisiva web, sarà praticamente il megafono sul Mondo del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Approfitto, ha concluso Gennaro Savio, per ringraziare Claudio Buttinelli, autore delle traduzioni dall’italiano all’inglese dei nostri servizi giornalistici”.

martedì 6 ottobre 2009

giovedì 18 giugno 2009

PER I REFERENDUM DISERTARE LE URNE!

Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista non è presente ai ballottaggi amministrativi, per tanto dove questi si svolgono i comunisti, i lavoratori emancipati del braccio e dell’intelletto e tutti gli elettori progressivi si recheranno al seggio e voteranno scheda bianca o nulla oppure l’annulleranno scrivendovi sopra “Voto per il Socialismo” e rifiutando, verbalizzandolo, le tre schede per i referendum. Nei Comuni e nelle Provincie, invece, dove non si vota per il ballottaggio gli stessi elettori diserteranno le urne.

Da quando in Italia è venuta a mancare nelle istituzioni e nella società una forte opposizione comunista e sindacale, a causa dei tradimenti ideologici, politici e sindacali e del trasformismo borghese dell’ex PCI e della Cgil, il potere economico e politico capitalistico e la destra fascista e reazionaria hanno avviato un preoccupante e inquietante processo di cambiamento della Costituzione Repubblicana e del sistema elettorale fondato sul proporzionale puro, il sistema elettorale democratico borghese, adottato dalla proclamazione della Repubblica il 2 giugno 1946 e dalla promulgazione della Costituzione il 1 gennaio 1948, più rappresentativo e partecipativo delle masse popolari nelle assemblee elettive ai vari livelli istituzionali. Un cambiamento che comporta un maggiore accentramento del potere e delle decisioni per meglio corrispondere alle richieste e agli interessi della classe capitalistica nazionale e delle multinazionali dominanti sul piano economico e sociale. Si tratta di modifiche che restringono le agibilità democratiche, che allontanano i cittadini dai centri di potere decisionali locali e nazionali e che comportano il passaggio dal precedente sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario, bipartitico e presidenzialistico.
E’ vergognoso e squallido osservare che quando l’ex PCI non era ancora partito di governo della borghesia nazionale e multinazionale si opponeva fermamente alla modifica del sistema elettorale proporzionale puro, come nel 1953, quando si batté duramente contro la cosiddetta legge elettorale truffa, voluta dal governo De Gasperi, che introduceva un premio di maggioranza per la coalizione che avesse avuto i maggiori consensi, mentre da parecchi anni i suoi discendenti, oggi del partito democratico, sostengono la trasformazione maggioritaria e presidenzialista del nostro sistema elettorale.
Con vari referendum e leggi del parlamento, volute e approvate sia dai partiti e dalle coalizioni di centrodestra che di centrosinistra, oggi il sistema elettorale italiano non è più del proporzionale pure, è maggioritario e presidenzialista, con sindaci e presidenti delle provincie e delle regioni che vengono eletti direttamente dai cittadini e non più dalle assemblee elettive, mentre le forze politiche e sociali conservatrici e reazionarie puntano a far eleggere direttamente dal popolo anche il presidente del consiglio dei ministri e della Repubblica. L’elezione diretta dei capi delle amministrazioni pubbliche ai vari livelli istituzionali non significa per niente maggiore democrazia, perché non passa attraverso il confronto qualificato tra partiti ed eletti ma che scaturisce da un voto populista e qualunquista veicolato dai possessori e dagli utilizzatori dei potenti mezzi di informazione borghesi e capitalistici, dove l’elettore viene facilmente ingannato e spogliato della sua coscienza critica. Così passa facilmente il messaggio di chi sa meglio ammaliare gli elettori e non di chi propone reali cambiamenti in favore delle condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari.
Il sistema elettorale maggioritario e presidenzialista produce piccoli e grandi dittatori senza neppure la possibilità popolare di revocarli prima della scadenza del mandato, rappresenta un serio pericolo per la democrazia, seppur borghese, e apre la strada a nuove dittature e a nuovi regimi repressivi fascisti. I due attuali maggiori partiti italiani, cioè il partito della libertà e quello democratico, costituiti da forze ideologiche, politiche e culturali di diversa provenienza ma di uguale cultura e politica capitalistica, avvalendosi della loro
forza numerica in parlamento hanno deciso, autoritariamente e con scelte dittatoriali, che devono essere solo loro a governare alternativamente l’Italia e lo hanno fatto con l’approvazione di una serie di leggi che hanno determinato: un premio di maggioranza, sino al 60% della composizione delle assemblee elettive, per chi prende più voti; l’esclusione dal parlamento nazionale e da quello europeo per quelle liste o coalizioni che non superano lo sbarramento del 4%, sbarramento che vorrebbero elevare persino al 5 o 6%!; sbarramenti introdotti anche per provincie e regioni; contributi elettorali solo per chi supera un certo sbarramento elettorale; monopolizzazione dei mezzi di informazione radio-televisivi pubblici e privati da parte dei partiti e coalizioni che già detengono il potere e che risultano, così, favoriti nel rioccuparlo.
Tali autoritarie e dittatoriali modificazioni al sistema elettorale italiano, che passano attraverso strumenti solo apparentemente e ingannevolmente democratici, come leggi del parlamento e referendum popolari, comportano l’esclusione di milioni di italiani dalla vita istituzionale, amministrativa e governativa e costituiscono un pericolo serio di involuzione politica per il nostro paese, dove le istanze sociali della classe lavoratrice e delle più ampie masse popolari vengono sempre più violentemente ignorate e represse, finanche con il ricorso alla repressione delle forze dell’ordine. Passaggio dal proporzionale al maggioritario e al presidenzialismo che definire fascista è poco, è oramai riduttivo e non rende la portata del cambiamento reazionario in atto e i pericoli per il ritorno a una vera dittatura, inizialmente mascherata di populismo e di democraticismo ma che presto si rivelerebbe peggiore di quella mussoliniana. E’ da circa un ventennio che sono in atto continue modifiche al sistema elettorale ancor più autoritarie e repressive di quelle introdotte nel periodo della dittatura fascista. Ci riferiamo alla famigerata legge fascista - detta legge Acerbo dal nome del deputato che la scrisse e la presentò al parlamento - 18 novembre 1923 n.2444, voluta da Mussolini per garantirsi la maggioranza assoluta in parlamento, ma che, comunque, garantiva un terzo degli eletti all’opposizione, anche se non avevano avuto i voti necessari. Ecco perché affermiamo che oggi in Italia già vige un sistema elettorale maggioritario e presidenzialista peggiore di quello imposto dal regime fascista.
Coi proposti tre referendum ulteriormente modificativi - in senso maggioritario, bipartitico e presidenzialista - della legge elettorale italiana, per i quali gli elettori sono chiamati a votare domenica e lunedì prossimi, si vuole maggiormente accentrare il potere politico e istituzionale nelle mani del partito e del suo candidato presidente che avranno più consensi e non più in quelle della coalizione di partiti. Difatti i promotori borghesi e anticomunisti dei referendum chiedono di votare per assegnare il premio di maggioranza non più alla coalizione vincente ma al partito della coalizione che avrà preso più voti. Se vincessero i quesiti referendari proposti il sistema elettorale maggioritario, bipartitico e presidenzialista nel nostro paese farebbe un altro grave passo in avanti sulla strada del ritorno a una vera dittatura politica e sociale, gestita, con riferimento alla situazione presente, alternativamente dal partito della libertà e dal partito democratico, ovvero da Berlusconi oppure da Franceschini, con gravissime conseguenze economiche e sociali per la classe lavoratrice e le masse popolari italiane, dal momento che lor signori hanno ampiamente dimostrato di essere buoni governatori degli interessi nazionali e multinazionali della classe padronale.
Per queste ragioni politiche, di classe e rivoluzionarie, il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista - che non è presente in nessun ballottaggio amministrativo e che è impegnato a far fallire il disegno politico e di classe borghese che sta dietro l’iniziativa dei tre referendum – chiede ai comunisti, alla classe lavoratrice operaia e intellettiva, alle casalinghe, ai pensionati e ai giovani studenti, laddove sabato 20 e domenica 21 giugno 2009 si vota per il ballottaggio comunale o provinciale, di recarsi alle urne e di votare scheda bianca o nulla oppure annullandola scrivendovi sopra “Voto per il Socialismo” e rifiutando, facendolo verbalizzare dal presidente del seggio, le tre schede dei referendum. Nei Comuni e nelle Provincie, invece, dove non si vota per il ballottaggio il Partito chiede agli stessi elettori di disertare le urne. Compagni e lavoratori tutti, è evidente che si tratta di una iniziativa quasi insignificante dinanzi alla grande battaglia per la conquista del socialismo nel nostro paese, ma è pur sempre un momento importante di scelta e di lotta politica che la classe lavoratrice non può ignorare o delegare ad altri e che deve ugualmente combattere con impegno e determinazione di classe.
Forio, 18 giugno 2009.

La Segreteria del P.C.I.M-L.

mercoledì 17 giugno 2009

CONTRO LE GRAVI E REAZIONARIE PROVOCAZIONI NEONAZIFASCISTE DI QUESTI GIORNI RAFFORZIAMO IL PCIML E RICOSTITUIAMO LA “GUARDIA ROSSA” VOLONTARIA!

Signori traditori e rinnegatori della falsa sinistra, basta blaterare, parlarsi addosso, autocommiserarsi e invocare clemenza al potere padronale dominante, basta con le furbizie e le strumentalizzazioni opportunistiche, riformiste e revisioniste, basta con l’invocare conquiste e posizioni fatte colpevolmente smantellare dal nemico di classe con le vostre dirette e vergognose complicità politiche e istituzionali, complicità che stanno paurosamente favorendo il ritorno in Italia della reazione fascista e quadristica, e tutto questo squallore quando solo il ritorno all’organizzazione e alla lotta di classe del proletariato può evitare all’Italia, e non solo al nostro paese, una nuova tragedia sociale, come quella successiva alla prima guerra mondiale, una tragedia che certamente non avrà le medesime caratteristiche, ma i cui effetti potrebbero essere ancora più tragici ed efferati!


E’ triste, mortificante e offensivo per l’intelligenza umana vedere taluni squallidi personaggi della sinistra borghese e capitalistica, che hanno, purtroppo, il potere di controllare e di utilizzare i mezzi di informazione pubblici e privati, lamentarsi e strapparsi le vesti per la rinascente cultura fascista e per il pericolo del ritorno del potere e dello squadrismo fascista nel nostro paese, personaggi che per opportunismo, arrivismo e disponibilità di privilegi hanno tradito e rinnegato le passate posizioni ideali e politiche e che sono i diretti responsabili dei gravi pericoli di involuzione della situazione politica italiana. Nella paludosa e falsa sinistra italiana oramai esistono elementi inquinanti di tutte le specie, da quelli meno perversi e deviati a quelli più sfacciatamente corrotti e corruttori e disposti a tutto pur di mantenere le posizioni di potere acquisite con l’inganno e il tradimento, si tratta di un autentico fecciume politico e sindacale di cui il proletariato deve ritrovare la forza per liberarsene e presto e per evitare di ritrovarsi nuovamente manganellato e purgato.
Ci sono verità assolute e scientifiche che ogni persona intelligente, onesta e istruita non può negare: viviamo in una società divisa in classi contrapposte e in costante conflitto tra loro, ovvero la classe borghese sfruttatrice e quella proletaria sfruttata e schiavizzata, e quando una di queste classi arretra l’altra avanza; nella società divisa in classi la lotta di classe finirà solo con la scomparsa delle classi stesse. Lo Stato è di classe e rimarrà anch’esso tale sino all’estinzione delle classi sociali. L’esperienza storica ci insegna che quando il potere della classe lavoratrice si rafforza e avanza quello padronale è costretto ad arretrare e a fare nuove concessioni economiche e sociali, quando, invece, i lavoratori arretrano idealmente, politicamente e organizzativamente la classe padronale avanza e si riprende tutto quanto in passato è stata costretta a cedere. Tutta la storia dell’umanità è fatta di lotta di classe, di avanzate e di sconfitte per la classe lavoratrice e lo sarà sino all’edificazione della società comunista, la società infinitamente superiore e senza paragone rispetto all’attuale.
L’esistenza di un partito comunista non ancora totalmente svenduto agli interessi della borghesia, un sindacato che nella sua lotta aveva ancora degli elementi classisti e una classe lavoratrice in larga parte ancora

cosciente del proprio compito storico di liberare l’umanità dallo sfruttamento del lavoro, nel secolo scorso hanno consentito la lotta e la Resistenza antinazi-fascista, la conquista della Repubblica, di una Costituzione democratica e di consistenti miglioramenti delle condizioni di vita sociale quotidiana delle masse lavoratrici e popolari. Naturalmente tutto ciò in attesa della vittoria della rivoluzione socialista con la conquista del potere politico alla classe sino ad oggi sfruttata e sottomessa. Ma il vergognoso e ignobile tradimento ideologico e politico dei vertici imborghesiti dell’ex PCI - finiti persino a gestire diligentemente gli affari della borghesia nazionale e multinazionale – e la trasformazione padronale della politica sindacale della Cgil, hanno consentito alla borghesia, tramite il suo potere politico istituzionale, di riprendersi le concessioni costretta a fare in passato alla classe lavoratrice e alla cultura fascista di rialzare la testa, con la grave conseguenza di un pauroso impoverimento della classe lavoratrice e della rinascita dello squadrismo fascista, direttamente favorito da leggi dello Stato padronale.
In questi giorni e in queste ore si parla tanto del pericolo di un rinascente squadrismo fascista intorno alle istituende ronde, volute dal governo di centrodestra e non adeguatamente ostacolate dal centrosinistra borghese e capitalistico, del ritorno di un certo squadrismo fascista che potrebbe ricondurre l’Italia alla tragicità di un nuovo fascismo, aggiornato nella forma ma identico nei contenuti economici, sociali e comportamentali, e della nascita di organizzazioni che hanno molte somiglianze con i simboli, la cultura e i propositi del tragico passato nazi-fascista. Tali ronde populiste sono tanto più preoccupanti e inquietanti quanto più esaltano la cultura reazionaria della senofobia, del razzismo, della diversità e dell’avversione allo sconosciuto. Il pericolo del ritorno a un triste passato è reale e concreto, appartiene alla realtà storica della lotta di classe tra interessi e poteri differenti e opposti. Dinanzi a tali pericoli e realtà non servono i lamenti opportunistici e strumentali della falsa sinistra, sia essa democratica, riformista, revisionista, ambientalista, giustizialista e movimentista che i mezzi di informazione borghesi ci impongono di ascoltare in ogni ora del giorno, ma necessita la crescita immediata dell’autentico e unico partito di classe e rivoluzionario oggi esistente in Italia – cioè del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (P.C.I.M-L.) – per la ripresa della lotta di classe nel nostro paese allo scopo di fermare la deriva di destra in atto e per ridare dignità e potere alla classe lavoratrice. Al di fuori del P.C.I.M-L. non esiste altro partito che per ideali, politica e strategia possa assolvere a tale compito storico.
Il P.C.I.M-L., interprete e sostenitore della natura di classe e rivoluzionaria della dottrina comunista, alle chiacchiere e alle strumentalizzazioni opportunistiche e interessate dei traditori, rinnegatori e nemici degli interessi di classe presenti e futuri della classe lavoratrice italiana risponde con la necessità storica del momento difficile che vive l’Italia di ricostituire la Guardia Rossa volontaria per difendere gli interessi, i bisogni e le aspettative della classe lavoratrice italiana del braccio e dell’intelletto, per sostenere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà coi lavoratori provenienti da altri paesi in cerca di condizioni di vita più dignitose, per difendere le conquiste democratiche del nostro paese lungo la via della lotta di classe che condurrà alla rivoluzione socialista e alla conquista del potere politico alla classe lavoratrice, per difendere l’Italia dal pericolo del ritorno allo squadrismo nero e al fascismo e per garantire la sicurezza della vita delle masse lavoratrici nei luoghi di lavoro e nella convivenza civile. Siamo coscienti che la Guardia Rossa volontaria può essere ricostituita solo con la crescita organizzativa e operativa del P.C.I.M-L. sull’intero territorio nazionale ed è per questo che rivolgiamo un appello al proletariato italiano cosciente a chiedere l’iscrizione alla nostra Organizzazione di classe, cioè al Partito come l’hanno pensato e voluto Lenin e Stalin con la fondazione del Partito Comunista bolscevico e della Terza Internazionale Comunista, da dove nacque il nostro Partito Comunista d’Italia, che organizzò la prima Guardia Rossa in Italia.
Questa del P.C.I.M-L. è l’unica e convincente risposta politica e di lotta che si possa dare ai pericoli reali di un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari italiane – peggioramento imposto dalla classe padronale col suo potere politico e istituzionale di centrodestra e centrosinistra e con la complicità dei sindacati esistenti tutti di natura borghese – e di ritorno alla tragedia del fascismo, anche se mascherato sotto nuove sigle, personaggi e sembianze. Compagni, lavoratori tutti del braccio e dell’intelletto, questo è il momento del coraggio, della scelta e dell’impegno veramente comunista, è il momento di non stare più a guardare, di togliere la fiducia sino ad oggi accordata ai traditori e rinnegatori della causa comunista e di ritornare a militare in un vero Partico Comunista, cioè nel P.C.I.M-L.. Facciamo grande il P.C.I.M-L. per ricostituire anche la già gloriosa Guardia Rossa volontaria e per riprendere il cammino sulla strada indicataci da Marx, Engels, Lenin e Stalin, la strada maestra della rivoluzione socialista per costruire il Socialismo ed edificare il Comunismo nel nostro paese e nel mondo intero.
Forio, 15 giugno 2009.
La Segreteria del P.C.I.M-L.

venerdì 12 giugno 2009

giovedì 4 giugno 2009

L'APPELLO DI DOMENICO SAVIO ALLE POPOLAZIONI DI ISCHIA E PROCIDA: "VOTATE IL PCIML E NON CHI CALPESTA DA SEMPRE I VOSTRI DIRITTI SOCIALI"

ELEZIONI PER LA PROVINCIA DI NAPOLI: IL NUOVO SPOT ELETTORALE DI GENNARO E DOMENICO SAVIO INCENTRATO SULLE PROBLEMATICHE DELL'ISOLA D'ISCHIA

IL BREVE SERVIZIO DI RAI TRE SULLA PRESENZA DI DOMENICO SAVIO ALL'ANSALDO-BREDA DOVE HA INCONTRATO GLI OPERAI DELL'IMPORTANTE FABBRICA NAPOLETANA

DOMANI MATTINA, ALLE ORE 9.40, DOMENICO SAVIO RITORNA SU RAI TRE PER CONFRONTARSI CON GLI ALTRI CANDIDATI A PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Domani mattina giovedì 4 giugno 2009, a partire dalle ore 9.40, il Segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista e candidato a Presidente della Provincia di Napoli, Domenico Savio, ritorna negli studi Rai di Fuorigrotta per partecipare a un nuovo confronto elettorale con gli altri candidati presidente. Domenico Savio, tra l’altro, sicuramente accennerà anche a problematiche sociali di estrema attualità nel nostro collegio di Ischia e Procida come il dramma degli abbattimenti delle prime case di abitazione contro le cui demolizioni, e non ci stanchiamo di ripeterlo, si sta battendo da anni il PCIML. Le popolazioni dell’isola d’Ischia, di Procida e dell’intera Provincia di Napoli, sono invitate a seguire l’importante diretta televisiva su Rai Tre.
L’Ufficio Stampa del PCIML

GENNARO SAVIO SU RAI TRE ATTACCA DURAMENTE IL SINDACO DI ISCHIA FERRANDINO E DIFENDE L'ABUSIVISMO EDILIZIO DI NECESSITA'

INTERVISTA DI PROCIDA-TV A DOMENICO SAVIO, SEGRETARIO GENERALE DEL PCIML E CANDIDATO A PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

PCIML-TV DENUNCIA: IL PONTILE DI ITALIA 90 A ISCHIA E' DIVENTATO UNA DISCARICA A CIELO APERTO. CHE VERGOGNA!

martedì 2 giugno 2009

DOMANI MATTINA MERCOLEDI' 3 GIUGNO 2009, ALLE ORE 8.00 SU RAI TRE, GENNARO SAVIO SI CONFRONTA CON ALTRI CANDIDATI ALLA PROVINCIA DI NAPOLI


Continuano i confronti elettorali organizzati da Rai Tre tra i candidati dei partiti presenti alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Napoli. Dopo che nei giorni scorsi si sono confrontati i candidati alla carica di Presidente della Provincia di Napoli, domani mattina mercoledì 3 giugno 2009 a partire dalle ore 8.00, presso gli studi Rai di Fuorigrotta, si troveranno faccia a faccia alcuni candidati alla carica di Consigliere provinciale tra cui Gennaro Savio,, candidato del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista nel nostro collegio di Ischia e Procida. "Purtroppo i minuti a nostra disposizione in queste importanti tribune elettorali sono pochissimi, ha dichiarato Gennaro Savio, ma cercherò di sfruttarli al massimo per accennare anche a problematiche sociali che attanagliano le popolazioni dell'isola d'Ischia e, soprattutto, quella riguardante il dramma degli abbattimenti delle prime case di necessità contro la cui demolizione da anni ci battiamo. Le popolazioni dell'isola d'Ischia, di Procida e dell'intera Provincia di Napoli, sono invitate a seguire l'importante confronto televisivo.L'Ufficio Stampa del PCIML

GENNARO SAVIO "SMONTA" LO SPOT ELETTORALE DEL SINDACO GIUSEPPE FERRANDINO E DENUNCIA: "NEL COMUNE DI ISCHIA CLIMA PESANTE NEI NOSTRI CONFRONTI!"


sabato 16 maggio 2009

IL PCIML COL SEGRETARIO DOMENICO SAVIO, SEGUENDO LE ORME DEL PARTITO COMUNISTA BOLSCEVICO E DEL PARTITO COMUNISTA D’ITALIA E’ PRESENTE ALLE ELEZIONI!

Lavoratori del braccio e dell’intelletto occupati e disoccupati, pensionati, casalinghe e studenti, il 6 e 7 giugno 2009 nella Provincia di Napoli votate per il P.C.I.M-L. per contribuire a migliorare sin da subito le drammatiche condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari e per lavorare alla prospettiva della Rivoluzione Socialista in Italia.


Nel 1912 il Partito Comunista bolscevico in Russia, guidato da Lenin e Stalin, si presentò alle elezioni per eleggere dei propri rivoluzionari alla Duma e per portare la lotta di classe e rivoluzionaria del proletariato russo anche all’interno del potere borghese e zarista. Furono eletti cinque operai candidati dal Partito che portarono all’interno della Duma le rivendicazioni sociali della classe lavoratrice russa e la lotta rivoluzionaria per la conquista del socialismo. Facendo propria l’esperienza del Partito Comunista bolscevico, nel 1924 il Partito Comunista d’Italia presentò una propria lista, guidata da Antonio Gramsci, per l’elezione del parlamento italiano ed ottenne diciotto candidati eletti, che portarono le rivendicazioni della classe lavoratrice italiana e la dura lotta antifascista pure all’interno dello Stato e del potere fascista, eletti che per il loro impegno rivoluzionario finirono presto in carcere, al confino o all’esilio.
I coerenti comunisti, cioè i sinceri marxisti-leninisti che si richiamano al pensiero e l’opera dei quattro grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin, fanno tesoro dell’esperienza rivoluzionaria e degli insegnamenti dei propri Maestri e non temono il confronto di classe e rivoluzionario coi propri nemici di classe neppure all’interno delle istituzioni e del potere borghese per rappresentare e sostenere anche in quella sede gli attuali bisogni di vita della masse lavoratrici e popolari italiane e per creare un collegamento tra la lotta di classe e rivoluzione che si combatte nel sociale con quella condotta nelle istituzioni e ciò allo scopo di contribuire a migliorare le condizioni di vita degli sfruttati e di avvicinare il momento storico della Rivoluzione Socialista e del suo trionfo, con la conquista del potere politico alle masse lavoratrici e l’avvio della costruzione della nuova società.
Le crisi economiche, come quella attuale, e le condizioni di vita drammatiche e disperate della classe lavoratrice sfruttata e schiavizzata dipendono esclusivamente dall’esistenza del sistema capitalistico, basato sullo sfruttamento del lavoro altrui e sulla privatizzazione della ricchezza prodotta, e solo abbattendolo è possibile costruire la nuova società socialista e dare dignità e serenità all’esistenza umana. Gli eletti marxisti-leninisti neppure temono minimamente di essere corrotti dai privilegi che il sistema borghese mette a disposizione degli eletti per corromperli, condizionarli nelle scelte e indurli a sostenere gli interessi e la sopravvivenza del suo infame ordine sociale. Si fanno corrompere i falsi comunisti e anche quelli che opportunisticamente e senza pudore si definiscono finanche marxisti-leninisti per ingannare e carpire il voto alle masse popolari, ma noi militanti e candidati del P.C.I.M-L., forgiati nel pensiero e nell’eroica esperienza di vita di Lenin e Stalin, siamo fatti di un’altra tempra e possediamo una coscienza veramente rivoluzionaria di cui la classe lavoratrice operaia e intellettiva può fidarsi senza alcun dubbio.
Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista seguendo l’esempio del Partito Comunista bolscevico e del Partito Comunista d’Italia quando e dove ha le possibilità organizzative si presenta alle elezioni borghesi per dare alla classe lavoratrice la possibilità di esprimere un voto autenticamente rivoluzionario, per estendere la lotta di classe all’interno delle assemblee elettive al fine di sostenere anche in quella sede i bisogni e le aspettative presenti dei lavoratori con l’obiettivo di renderne meno drammatiche le dure condizioni di vita e pure per combattere il potere economico e politico padronale finanche da quella posizione per avvicinare il momento della Rivoluzione Socialista e della conquista del potere ai lavoratoti. Sono queste normali considerazioni per i marxisti-leninisti che hanno indotto il P.C.I.M-L., con non pochi sacrifici di vita per i compagni impegnati, a raccogliere le firme necessarie e a presentare una lista di candidati per l’elezione del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale di Napoli di sabato 6 e domenica 7 giugno 2009. Candidato alla carica di Presidente è il compagno Domenico Savio, Segretario generale del Partito, sostenuto da una lista di provati rivoluzionari marxisti-leninisti e da lavoratrici e lavoratori, pensionati e casalinghe di grande lealtà, onestà e capacità di lotta. Nel nuovo Consiglio provinciale il loro lavoro consisterà nell’applicazione del Programma elettorale che è stato presentato assieme alla lista e che tutti possono leggere sul Sito del Partito all’indirizzo www.pciml.org in NOVITA’ e alla voce P.C.I.M-L. e sottovoce Elezioni.
Naturalmente tutti sappiamo che il potere politico borghese usa tutti gli strumenti possibili per tenere fuori dalle assemblee elettive, a partire dal parlamento nazionale ed europeo, il Partito di classe e rivoluzionario della classe lavoratrice attraverso l’imposizione di leggi di stampo fascista che impongono sbarramenti elettorali e premi di maggioranza per la lista che ottiene maggiori voti, ma il P.C.I.M-L. non rinuncia mai alle sue battaglie, anche nelle situazioni più difficili e lo fa sempre col massimo impegno ideologico e di lotta di classe. Riteniamo di possedere tutte le motivazioni ideali, storiche, culturali e politiche per chiedere e ottenere il voto degli operai occupati e disoccupati, degli intellettuali d’avanguardia, dei pensionati, delle casalinghe e degli studenti per portare la loro protesta e le loro rivendicazioni all’interno del Consiglio provinciale di Napoli e batterci accanitamente affinché vengano accolti e trasformati in atti deliberativi. Un voto al P.C.I.M-L. è un voto dato per cambiare la politica amministrativa della Provincia di Napoli da borghese e padronale che è attualmente a risposta risolutiva dei bisogni e delle aspettative delle masse lavoratrici amministrate. Lavoratori non più umiliati nei loro bisogni, ma protagonisti del loro presente e del loro nuovo futuro.
Terreno di lotta di classe nel Consiglio provinciale saranno, fondamentalmente, le questioni del lavoro o, comunque, del salario garantito dallo Stato, della scuola e della messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, del trasporto pubblico automobilistico e marittimo, di uno sviluppo e di un governo del territorio concordato con le popolazioni interessate, della condonabilità anche della prima casa di abitazione realizzata senza permesso a costruire nelle aree sottoposte a vincolo paesistico, della raccolta differenziata porta a porta e contro ogni tipo di incenerimento dei rifiuti solidi urbani, del disinquinamento dei territori, del diritto alla casa e allo studio di ogni ordine e grado, della lotta al clientelismo e al favoritismo, della moralizzazione della vita amministrativa, del disinquinamento del mare, delle coste e del sottosuolo mediante la realizzazione e il funzionamento di depuratori efficienti, della modifica dei piani paesistici ricadenti nell’ambito della Provincia di Napoli che armonizzino lo sviluppo sociale con la difesa dell’ambientale, della difesa del patrimonio boschivo, della lotta contro il Comune unico dell’isola d’Ischia e contro la privatizzazione dell’approvvigionamento e della distribuzione dell’acqua, eccetera. Ogni giusta istanza popolare troverà massimo sostegno negli eletti del P.C.I.M-L.

giovedì 7 maggio 2009

PITHECUSA, IL BLOG DI GAETANO LAURO CHE DENUNCIA LE MALEFATTE AMMINISTRATIVE DELL'ISOLA D'ISCHIA E CHE PUBBLICA I VIDEO DI PCIMLTV E DI GENNARO SAVIO

Si chiama "Pithecusa" - http://www.pithecusa.blogspot.com/ - ed è stato creato, oltre un anno fa, dal giovane ischitano Gaetano Lauro. E' un Blog di denuncia che puntualmente mette in risalto, attraverso la pubblicazione di foto e video, le vergogne politiche e sociali di cui quotidianamente si rendono responsabili le sei Amministrazioni comunali dell'isola d'Ischia. Negli ultimi giorni Lauro sul suo Blog ha pubblicato con entusiasmo, e dandovi ampio risalto, alcuni video di denuncia realizzati dalla Redazione di PCIML-TV su grosse problematiche sociali che attanagliano le popolazioni isolane. "Ci fa piacere, ha affermato il Direttore di PCIML-TV Gennaro Savio, che Gaetano Lauro, dopo le nostre sollecitazioni, abbia ripreso ad aggiornare con foto e commenti di denuncia pubblica il suo Blog. E' importante nell'Italia "imbavagliata" di oggi che ci siano giovani disposti ad esporsi, a mettersi in gioco, a denunciare le malefatte del potere politico e amministrativo di centro, centrodestra e centrosinistra e a proporre soluzioni giuste e alternative a problematiche sociali ataviche. Approfitto per ringraziare Gaetano, ha concluso Savio, per aver pubblicato sul suo Blog, negli ultimi giorni, molti servizi giornalistici realizzati da PCIML-TV".

sabato 25 aprile 2009

DA NON CREDERE: MARTEDI' A PROCIDA SARA' ABBATTUTA LA PRIMA E UNICA CASA DI DUE ANZIANI CONIUGI. CHE VERGOGNA!!!

IL NOSTRO 25 APRILE PER IL SOCIALISMO!


IL NOSTRO 25 APRILE E’ QUELLO DI QUANTI COMBATTERONO E
MORIRONO PER COSTRUIRE IL SOCIALISMO NEL NOSTRO PAESE!
I MARXISTI-LENINISTI NON ENFATIZZANO IL 25 APRILE 1945, PERCHE’
RIAFFERMO’ IL POTERE POLITICO DELLA BORGHESIA E DEL CLERO!

Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, tutti i comunisti che si richiamano ai principi e alla strategia del marxismo-leninismo, gli intellettuali d’avanguardia, la gioventù comunista rivoluzionaria, l’avanguardia rivoluzionaria della classe lavoratrice e l’ insieme dei combattenti per la conquista del socialismo nel nostro paese nella ricorrenza del 64° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo non esaltano particolarmente il 25 Aprile 1945, perché esso, purtroppo, non liberò il nostro paese anche dall’infame sistema sociale capitalistico, ma fu solo un passo in avanti nella conquista di talune libertà democratiche e una tappa lungo il difficile cammino verso la conquista del socialismo. Enfatizzare il 25 Aprile 1945 significa attribuirgli una vittoria e un’importanza storica che per i comunisti non hanno alcun valore di classe e rivoluzionaria, in quanto col 25 Aprile non è stato costruito il socialismo in Italia, ma sono state conquistate semplicemente alcune libertà democratiche.
I coerenti comunisti che combatterono contro il fascismo, la monarchia e il nazismo lo fecero nella prospettiva di continuare a combattere sino alla vittoria della rivoluzione socialista, che avrebbe conquistato il potere politico alla classe lavoratrice italiana per avviare la costruzione della nuova e superiore società socialista anche in Italia, ma questa prospettiva fu tragicamente e ignobilmente tradita e repressa dai vertici revisionisti e opportunisti dell’ex Partito Comunista Italiano, allora guidato dal revisionista Palmiro Togliatti. Infatti il 25 Aprile 1945 il potere economico e politico italiano rimase saldamente nelle mani della classe borghese e del clero e ne scaturì una Repubblica e una Costituzione di natura esclusivamente borghese, mentre tanti gerarchi fascisti e monarchici si riciclarono prontamente in difensori del “nuovo” Stato e continuarono a gestire gli affari della borghesia nazionale.
A distanza di 64 anni da quel cambiamento istituzionale democratico-clerico-borghese non c’è rimasto quasi nulla: la Costituzione democratica viene tagliata progressivamente a pezzi, i fascisti rivestiti di democraticismo sono ritornati al potere, la religione cattolica è rimasta religione di Stato e lo Stato del Vaticano continua a condizionare la vita sociale della nazione, i morti della Resistenza vengono equiparati ai morti fascisti di Salò, la destra fascista si radica nuovamente e sempre di più nel paese, i comunisti e gli antifascisti sono nuovamente aggrediti e massacrati e le loro sedi prese d’assalto, il capitalismo nazionale e multinazionale si sta riprendendo tutte le passate conquiste sociali ch’era stato costretto a concedere ai lavoratori in lotta, la presente e drammatica crisi economica, drammatica solo per le masse lavoratrici e popolari, continua a diffondere miseria e disperazione sociale senza, sciaguratamente, un’apprezzabile resistenza di classe e rivoluzionaria da parte di una classe lavoratrice oramai in gran parte assuefatta dal revisionismo politico della falsa sinistra e dai sindacati di regime.
Ne consegue, con estrema chiarezza, che la questione della rivoluzione socialista in Italia, che è di grande attualità, si ripropone necessariamente nel suo autentico significato teorico e strategico, di classe e rivoluzionario marxista-leninista, secondo gli insegnamenti dei quattro grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin e della gloriosa esperienza del Partito Comunista bolscevico russo e della Rivoluzione d’Ottobre, così come occorre portare avanti una lotta senza quartiere contro tutte le forme di revisionismo che inquinano il movimento operaio italiano.
Quest’oggi anche il padrone, banchiere, anticomunista e calunniatore dei comunisti e del socialismo realizzato Silvio Berlusconi e l’ex fascista del MSI Gianfranco Fini festeggiano, per opportunità politica e di potere, il 25 Aprile, una ricorrenza che proprio non gli appartiene. Il 25 aprile di Berlusconi, Fini, Franceschini,


D’Alema, Fassino, Veltroni, Ferrero, Vendola, Diliberto, Bertinotti, Napolitano e tutti quelli che la pensano allo stesso modo non è quello per il quale decine di migliaia di Partigiani combatterono e morirono per una causa superiore, inoltre il loro non è assolutamente il nostro 25 Aprile e neppure di tutti quelli che si battono per la costruzione della Repubblica Socialista Sovietica Italiana. Al contrario il nostro 25 Aprile è quello di quanti combatterono e morirono con l’orgoglio e la passione di contribuire a costruire il socialismo nel nostro paese.
Nella giornata di oggi vedere nelle piazze e nelle strade certe facce indegne ricordare o festeggiare il 25 Aprile comunque ci disgusta e ci rattrista la coscienza per il fango che buttano sulla memoria di tanti martiri, in particolare di quegli eroi comunisti morti nella lotta e nella Resistenza antinazi-fascista. Eroi che dalla tomba gridano allo scandalo e rivendicano adeguata vendetta. E noi Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, noi ancora modesto Partito Comunista Bolscevico dell’Italia migliore di oggi e di quella che allora immolò i propri figli per liberare la propria Patria dalle nefandezze del fascismo e del nazismo e dalla ferocia dello sfruttamento degli agrari, degli industriali e dei banchieri e per costruire l’Italia socialista con la conquista del potere politico alla classe lavoratrice, in questo giorno di memorabili ricordi di eroismo e di abnegazione di classe e rivoluzionari solennemente promettiamo di vendicare la loro memoria tradita e infangata e lo faremo senza esitazione alcuna. Liberare l’Italia dal capitalismo significa pure liberarla perpetuamente dal pericolo del ritorno della tragedia del fascismo, perché esso è una creatura partorita e allevata dallo stesso sistema capitalistico.

VIVA LA RESISTENZA ANTINAZI-FASCISTA COMBATTUTA NELLA
PROSPETTIVA DELLA CONQUISTA DEL SOCIALISMO NEL NOSTRO PAESE!
VIVA IL 25 APRILE CHE CHIEDEVA E VOLEVA LA CONTINUAZIONE
DELLA LOTTA SINO ALLA CONQUISTA DEL SOCIALISMO!
VIVA LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA IN ITALIA!
VIVA IL POTERE POLITICO DELLA CLASSE LAVORATRICE ITALIANA!
VIVA LA FUTURA REPUBBLICA SOCIALISTA SOVIETICA ITALIANA!


La Segreteria del P.C.I.M-L.

PCIML-TV DENUNCIA: A ISCHIA LA PINETA MIRTINA MUORE TRA DEGRADO E ABBANDONO, TRA SPORCIZIA E PERICOLI. CHE VERGOGNA!!!

lunedì 13 aprile 2009

I SINDACI DELL'ISOLA D'ISCHIA SAREBBERO RESPONSABILI DEI PROSSIMI ABBATTIMENTI DELLE CASE DI NECESSITA'!

Non avendo il coraggio civico, politico e amministrativo di opporsi e resistere, sulla difesa della prima casa i sei sindaci si sono“ sbracati” dinanzi al braccio violento e repressivo dello Stato tradendo le attese dei loro elettori, che potranno ricordarsene alle prossime elezioni.
I SINDACI DELL'ISOLA D'ISCHIA SAREBBERO RESPONSABILI DEI PROSSIMI ABBATTIMENTI DELLE CASE DI NECESSITA'!
Grazie alla loro proposta la Procura della Repubblica sarebbe facilitata nel continuare gli abbattimenti indiscriminati e potrebbero salvarsi solo “le case ultimate e abitate, con condono edilizio e non ricadenti in zone sottoposte a vincolo assoluto”. Perché costoro non si battono per modificare la legge sul terzo condono, come proposto dal Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista? Noi chiediamo che venga abbattuto l’abusivismo speculativo e affaristico e salvato quello di necessità sociale!

Qualche giorno fa leggendo il quotidiano Il Golfo abbiamo appreso, con sorpresa e profonda amarezza, che i sei sindaci della nostra isola - dinanzi alla fermezza, incoscienza, irresponsabilità e mancanza assoluta di rispetto da parte dello Stato borghese e capitalistico verso il diritto costituzionale alla prima casa di abitazione di milioni di italiani - si sono riuniti e hanno deciso di sostenere l’iniziativa della Procura della Repubblica di Napoli di proseguire indiscriminatamente negli abbattimenti delle opere edilizie costruite abusivamente, compreso quelle che hanno pagato gli oneri per il terzo condono edilizio e quelle che costituiscono la prima e unica casa di proprietà e di abitazione di migliaia di famiglie isolane, casa realizzata con enormi sacrifici di vita sopperendo, tra l’altro, alle inadempienze dello Stato nel settore.
I sindaci hanno deciso di proporre alla Procura della Repubblica un ordine prioritario degli abbattimenti, da cui potrebbero salvarsi unicamente “le case ultimate e abitate, con condono edilizio e non ricadenti in zone sottoposte a vincolo assoluto”, quello dei sindaci e delle loro amministrazioni è un vero e grave cambiamento di posizione sulla questione ed è un autentico tradimento delle giuste aspettative dei loro elettori. Questi sindaci - dinanzi alle minacce di uno Stato, di un potere politico e di un parlamento totalmente estranei ai veri e fondamentali bisogni di vita quotidiana e sociale delle masse lavoratrici e popolari, qual è, appunto, il diritto alla casa, e che con leggi e disposizioni varie ingiuste e disuguali favoriscono i potenti interessi della minoritaria classe padronale bancaria, industriale e agraria e reprimono quelli popolari – non hanno avuto il coraggio civico, politico e amministrativo di opporsi e di resistere alle pressioni per difendere gli interessi di tanta parte dei loro amministrati, ai quali docilmente hanno chiesto il voto e che per il negato diritto alla casa si è rivelato completamente immeritato.
Di questa loro incapacità politica e amministrativa di resistere e del loro tradimento gli elettori, interessati e non agli abbattimenti indiscriminati, possono tenerne conto alle imminenti elezioni europee e provinciali. Inoltre, non dimentichiamo mai che il potere politico e legislativo parlamentare si forma anche coi voti che i sindaci e i loro assessori, consiglieri comunali e partiti o movimenti vanno chiedendo ai cittadini durante la campagna elettorale per le elezioni politiche. Ma ci chiediamo, perché questi sindaci, che tristemente stanno dimostrando di saper navigare solo in acque dolci e tranquille, non sostengono con determinazione e, se necessario, ricorrendo pure alla mobilitazione e al sostegno popolare la proposta - che rimane unica, insostituibile e risolutiva della questione del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, presentata con l’umiltà sociale che è propria dei sinceri e leali comunisti e senza ambizioni di parte – di modifica legislativa del terzo condono edilizio per dare la possibilità di condonare solo le prime case di proprietà e di abitazione anche nelle zone sottoposte a vincolo paesistico eliminando, nello stesso tempo, anche l’incostituzionalità e la discriminazione sociale oggi esistente tra i primi due e il terzo condono? Perché non fanno valere la forza della loro carica istituzionale e il loro consenso elettorale verso i loro partiti presenti nel governo nazionale e regionale e in parlamento? Non lo fanno per incapacità o per opportunismo od anche perché, come si dice da noi, il sazio non crede al digiuno? Noi riteniamo che si tratti di tutte queste categorie comportamentali messe assieme. E’ triste osservarlo, ma purtroppo è così ed è il deprecabile risultato di un voto popolare profondamente sbagliato.
Negli ultimi giorni i mezzi di informazione ci hanno informato che mercoledì 15 aprile 2009 alle ore 11,00 i sei sindaci isolani avranno un incontro in Procura per proporre le loro priorità negli abbattimenti, secondo tale proposta potrebbero salvarsi dalla tragedia delle demolizioni indiscriminate solo “le case ultimate e abitate, con condono edilizio e non ricadenti in zone sottoposte a vincolo assoluto”, così migliaia di famiglie isolane si troverebbero in breve tempo le ruspe sulla propria testa. In tal caso i sindaci sarebbero i veri responsabili dell’abbattimento di migliaia di case di famiglie lavoratrici, composte da uomini, donne e bambini senza altra dimora e gettati letteralmente sulla strada. Quella dei sindaci è una scelta politica e amministrativa scellerata, irrispettosa dei propri elettori, amministrativamente irresponsabile e di una violenza umana inaudita.
Noi chiediamo ai sindaci e alle loro amministrazioni di rendersi protagonisti di un gesto di umiltà, di rinunciare a quelle proposte demolitrici di una esistenza dignitosa di tante famiglie, di abbandonare la strada repressiva dello Stato, di riappropriarsi del vero significato della politica, che vuol dire schierarsi senza timore da parte dei più deboli socialmente, di difendere l’autonomia politica e amministrativa degli enti locali, di affrontare con tutte le loro possibilità e risolvere la questione intervenendo sul governo, sul parlamento e sui loro partiti o movimenti nazionali per ottenere rapidamente, qui sì con l’urgenza di un decreto-legge, la modifica della legge del terzo condono edilizio. Una tale scelta, politicamente dignitosa e autorevole, avrebbe anche, e meritatamente, la mobilitazione e il sostegno popolare non solo nell’isola, ma anche a Roma se opportuno.
Tale è l’appello accorato che il P.C.I.M-L. rivolge ai sindaci e alle sei amministrazioni isolane, appello sul quale impegna tutta la sua organizzazione e la sua capacità di mobilitazione e di lotta popolare e la stessa cosa chiede di fare a tutte le altre forze politiche, sindacali e sociali progressive presenti sul nostro territorio. Questo è il momento della scelta e a ognuno le sue responsabilità, affinché le ruspe dello Stato non abbattano indiscriminatamente salvando le prime case di proprietà e di abitazione della nostra gente. Che venga abbattuto l’abusivismo speculativo e affaristico e salvato quello di necessità sociale! Su questa battaglia di giustizia sociale, di civiltà e di umanità chiediamo alla parte più attiva e migliore delle popolazioni isolane di mobilitarsi intorno al P.C.I.M-L. per contribuire alla soluzione che abbiamo proposto e anche per favorire una soluzione legislativa per le prime case di proprietà e di abitazione realizzate dopo il terzo condono e fin quando lo Stato, le Regioni e i Comuni non garantiscano a tutti i nuclei familiari la disponibilità di una casa adeguata e dignitosa.

Segretario generale del P.C.I.M-L.