giovedì 31 dicembre 2009

L'AUGURIO RIVOLUZIONARIO ALLA CLASSE LAVORATRICE DI DOMENICO SAVIO, SEGRETARIO GENERALE DEL PCIML, PER IL 2010

AI COERENTI MARXISTI-LENINISTI E AL PROLETARIATO DI TUTTI I PAESI DELLA TERRA PER IL 2010 FORMULIAMO VIVISSIMI E AFFETTUOSI AUGURI DI CRESCITA DELLA COSCIENZA DI CLASSE NELLE MASSE LAVORATRICI E DI RAFFORZAMENTO DELLA LOTTA PER IL SOCIALISMO!

Le prossime Rivoluzioni Socialiste potranno esserci ed essere vittoriose solamente con l’applicazione coerente e rigorosa degli insegnamenti di Lenin e Stalin sulla conduzione della lotta rivoluzionaria per la conquista del potere politico da parte del proletariato e sulle modalità di costruzione della società socialista: l’esperienza dell’Unione Sovietica, 7 novembre 1917-5 marzo 1953, insegna!

LAVORATORI OPERAI E INTELLETTIVI, ENTRATE NEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO MARXISTA-LENINISTA, AIUTATELO A CRESCERE E SIATE I PROTAGONISTI DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA E DELLA COSTRUZIONE DEL SOCIALISMO NEL NOSTRO PAESE!

di Domenico Savio*

E’ trascorso un altro anno di sfruttamento, di licenziamenti, di precarietà del lavoro, di impoverimento, di disperazione esistenziale e di repressione sociale della classe lavoratrice del braccio e dell’intelletto dell’Italia e di tutti i paesi della Terra da parte del sistema economico e del potere politico capitalistico. Le multinazionali del capitale bancario, finanziario e borsistico, della produzione industriale, agricola e dei servizi e del commercio hanno continuato ad arricchirsi pure in presenza della crisi da loro stessi prodotta e manovrata. Basta osservare che in Italia il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza prodotta dai lavoratori sfruttati e sottoposti alle angherie dei padroni, il 20%, è ragionevole supporre, quasi il 30% e il 70% delle masse lavoratrici e popolari vivono con la residua miseria del 20%. La distribuzione della ricchezza nei paesi capitalistici avanzati è pressappoco uguale, mentre in quelli ancora sottosviluppati la situazione è di gran lunga peggiore. Di qui i flussi migratori, cosiddetti irregolari, di masse di proletari affamati – che durante i viaggi di spostamento da un continente, regione o paese all’altro sono esposti ad altro sfruttamento, maltrattamenti, assassinii e morti raccapriccianti – che, sopravvissuti alla tragedia del viaggio, giunti vivi nei paesi industrializzati vengono accolti e trattati come nuovi schiavi, senza diritti, perseguitati e riaccompagnati nei paesi d’origine. E’ il volto feroce, sanguinario e disumano del sistema capitalistico, che solo il socialismo può cancellare dalla faccia della Terra. Nel sistema capitalistico le tasse le pagano i lavoratori e i pensionati e una gran parte di esse finiscono nelle tasche dei capitalisti sotto forma di incentivi vari o di sostegno alla produzione, insomma i padroni pubblicizzano le perdine e privatizzano i guadagni. In Italia negli ultimi tempi circa 300 miliardi di euro, prodotti dal lavoro proletario, sono stati sottratti al fisco ed esportati clandestinamente all’estero con la complicità diretta dello Stato e del potere politico capitalistico. Industriali, agrari e banchieri lucrano anche con l’evasione fiscale, sui prezzi imposti alle merci e sui servizi sociali da loro gestiti. Il dramma maggiore che stanno vivendo i lavoratori è la chiusura delle fabbriche, a causa della crisi o della delocalizzazione della produzione, che altrove consente di sfruttare meglio il lavoro proletario, considerato e trattato dai padroni come una merce qualsiasi da retribuire al prezzo più basso possibile. Abbiamo masse di diplomati e laureati senza prospettiva di lavoro e chi può affronta il dramma dell’emigrazione forzata. Nel 2010 in Italia il costo della vita aumenterà ulteriormente, per adesso si parla dei primi 650 euro a famiglia per tariffe ed energia. Sarà un altro anno di patimento, come lo è l’intera esistenza umana nel barbaro sistema capitalistico. Dinanzi a tante tribolazioni che ci infligge il sistema e il potere politico borghese e clericale padronale è sconcertante osservare che la classe lavoratrice, nella stragrande maggioranza, al momento sembra rassegnata a voler risolvere i suoi problemi di vita all’interno dell’odierno ordine sociale capitalistico, protesta senza dare un significato di classe alla sua lotta, e per ciò si rivela perdente, senza capire che da questa situazione si può uscire solo uscendo dal capitalismo ed entrando nel socialismo, che è la fase storica di passaggio dal capitalismo al comunismo. E’ una classe lavoratrice piegata su se stessa, cioè è sciaguratamente ancora classe in sé e non per sé, che non guarda in avanti, che non studia i testi del marxismo-leninismo e che continua ad essere strumento di potere della falsa sinistra politica e dei sindacati di regime padronale. Sono lavoratori totalmente soggiogati, condizionati e bloccati nella lotta di classe sia dalla propaganda capitalistica e clericale e sia dalla loro incapacità intellettiva di pensare e di vedere oltre il triste presente e ciò nonostante la forte presenza e azione di orientamento di classe e rivoluzionario del nostro Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Sicuramente nella fase attuale a determinare la debolezza, se non l’assenza, della formazione ideale, politica e sindacale di classe delle masse lavoratrici è la mancanza, nei singoli paesi, di un forte partito comunista marxista-leninista e di un sindacato di classe, che difendesse i diritti borghesi dei lavoratori all’interno della prospettiva di fuoriuscita dal capitalismo e di costruzione del socialismo. Ma questo tipo di forte partito e sindacato di classe non viene da solo, è indispensabile che i lavoratori prendano coscienza della necessità della militanza e del lavoro politico e sindacale all’interno delle proprie organizzazioni di classe. Innanzi tutto, a partire dai luoghi di lavoro, occorre ricostruire un’avanguardia della classe lavoratrice, che abbia il compito di formare la coscienza di classe e di dare valore di classe e rivoluzionario alle lotte dei lavoratori, sottraendole ai mali dell’egoismo, dell’economicismo, dell’opportunismo e della sudditanza al potere dominante. I lavoratori devono trovare la forza intellettiva di riflettere sulle cause sociali dei loro mali esistenziali, di rimettersi politicamente in gioco, di riacquistare la modestia e la passione di lotta rivoluzionaria di quanti nel secolo scorso condussero alla vittoria la prima, grandiosa ondata storica della rivoluzione socialista, alla sconfitta del capitalismo in tanti paesi della Terra e all’annientamento del nazifascismo in Europa. Il nostro Pianeta sta morendo per l’ingordigia del capitalismo e della sua espansione imperialistica, per la corsa sfrenata e illimitata ai profitti delle multinazionali, che con l’emissione nell’atmosfera dei cosiddetti gas serra causa il surriscaldamento della superficie terrestre, che a sua volta provoca lo scioglimento dei ghiacciai, alluvioni e aumento del livello del mare che sommerge le coste basse, per la scelta dell’energia nucleare al posto di quella alternativa e pulita. Il capitalismo è una macchina infernale che produce la società divisa in classi contrapposte e in conflitto tra loro, che sta distruggendo la Terra sulla quale viviamo e che rappresenta un grave pericolo per la sopravvivenza della specie umana e del suo progresso civile. La salvezza del Pianeta passa necessariamente attraverso la morte del capitalismo, o i comunisti con le rivoluzioni proletarie e la costruzione del socialismo distruggeranno il capitalismo oppure quest’ultimo distruggerà l’umanità intera. L’imperialismo americano, con quello europeo accodato, oramai ha esteso i suoi tentacoli sull’intera superficie del Pianeta, che domina coi capitali, in buona parte formati da cartastraccia, con le banche mondiali, coi commerci, le guerre, i potenti servizi segreti e governi-fantoccio. Esporta armi, crisi economiche e trame politiche internazionali, sostiene governi reazionari e aggressivi, come quello israeliano nei confronti del popolo martire palestinese e di altri, scatena guerre per mettere le mani sulle ricchezze minerarie e vegetali di altri paesi, massacra popoli interi, come quelli afghano e iracheno, e vuole ridurre all’ubbidienza quei paesi che rivendicano autonomia e indipendenza. Degli ultimi decenni lo fa in nome di una pretestuosa lotta al terrorismo, che altro non è che la eroica Resistenza al dominio assoluto e incontrastato che attualmente l’imperialismo statunitense dispiega, come un avvoltoio, su tutto il mondo conosciuto. Il “terrorismo” è il prodotto naturale dell’imperialismo, è figlio dell’occupazione economica, militare e politica degli Stati Uniti su quasi tutti i paesi della Terra, è la risposta povera e sbagliata all’invasione e alla violenza dell’imperialismo, perché l’unica offensiva ragionevole e storicamente vincente è la morte del capitalismo e dell’imperialismo per mano della rivoluzione proletaria, della costruzione del mondo socialista e dell’edificazione di quello comunista, un mondo scientificamente possibile e di estrema attualità, basta che il proletariato di tutti i paesi lo voglia. Per sconfiggere la dittatura del capitalismo e dell’imperialismo sul mondo, per mettere fine ai massacri e allo sterminio di popoli interi con le guerre di espansione, di occupazione e di sfruttamento della forza-lavoro e delle risorse naturali, per sopprimere le disuguaglianze sociali, per rispondere al soddisfacimento dei bisogni di vita delle masse lavoratrici e popolari e per liberare il lavoro e la vita dallo sfruttamento altrui, insomma per eliminare il capitalismo e costruire il socialismo, non c’è bisogno di un partito e di una cultura politica qualsiasi, bensì della vera cultura comunista e di un autentico e forte Partito di classe e rivoluzionario, cioè coerentemente marxista-leninista, forgiato nella natura rivoluzionaria della dottrina, della strategia e della tattica comunista elaborate e propugnate da Marx, Engels, Lenin e Stalin e tale è il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista. Solo con questo Partito il proletariato italiano potrà avanzare sulla via del socialismo. Chi ancora si attarda a invocare la costruzione di un diverso partito comunista in Italia sta perdendo del tempo prezioso e alimenta la cultura controrivoluzionaria, come avvenne nell’ex Unione Sovietica al ventesimo congresso del PCUS nel 1956 e successivamente, diffusa all’interno della classe lavoratrice dai rinnegati e traditori revisionisti, opportunisti, movimentisti vari, anarchici ed estremisti delle diverse specie. L’augurio più intenso che ci sentiamo di rivolgere ai marxisti-leninisti e a tutti i lavoratori, uomini e donne, dell’Italia e di ogni paese della Terra è quello di auspicare vivamente che nel 2010 vi siano segnali concreti di ripresa e sviluppo della coscienza di classe dei lavoratori, con l’impegno della militanza politica nel P.C.I.M-L.e nel Sindacato di Classe dei Lavoratori Italiani. Tali elementi di novità sono indispensabili per poter riprendere il cammino verso l’avvenire socialista. Ancora auguri marxisti-leninisti nel nome del pensiero e l’opera di Marx, Engels, Lenin e Stalin. Forio (Napoli), 1 gennaio 2010. * Segretario generale del P.C.I.M-L.
domenicosavio@pciml.org