giovedì 18 giugno 2009

PER I REFERENDUM DISERTARE LE URNE!

Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista non è presente ai ballottaggi amministrativi, per tanto dove questi si svolgono i comunisti, i lavoratori emancipati del braccio e dell’intelletto e tutti gli elettori progressivi si recheranno al seggio e voteranno scheda bianca o nulla oppure l’annulleranno scrivendovi sopra “Voto per il Socialismo” e rifiutando, verbalizzandolo, le tre schede per i referendum. Nei Comuni e nelle Provincie, invece, dove non si vota per il ballottaggio gli stessi elettori diserteranno le urne.

Da quando in Italia è venuta a mancare nelle istituzioni e nella società una forte opposizione comunista e sindacale, a causa dei tradimenti ideologici, politici e sindacali e del trasformismo borghese dell’ex PCI e della Cgil, il potere economico e politico capitalistico e la destra fascista e reazionaria hanno avviato un preoccupante e inquietante processo di cambiamento della Costituzione Repubblicana e del sistema elettorale fondato sul proporzionale puro, il sistema elettorale democratico borghese, adottato dalla proclamazione della Repubblica il 2 giugno 1946 e dalla promulgazione della Costituzione il 1 gennaio 1948, più rappresentativo e partecipativo delle masse popolari nelle assemblee elettive ai vari livelli istituzionali. Un cambiamento che comporta un maggiore accentramento del potere e delle decisioni per meglio corrispondere alle richieste e agli interessi della classe capitalistica nazionale e delle multinazionali dominanti sul piano economico e sociale. Si tratta di modifiche che restringono le agibilità democratiche, che allontanano i cittadini dai centri di potere decisionali locali e nazionali e che comportano il passaggio dal precedente sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario, bipartitico e presidenzialistico.
E’ vergognoso e squallido osservare che quando l’ex PCI non era ancora partito di governo della borghesia nazionale e multinazionale si opponeva fermamente alla modifica del sistema elettorale proporzionale puro, come nel 1953, quando si batté duramente contro la cosiddetta legge elettorale truffa, voluta dal governo De Gasperi, che introduceva un premio di maggioranza per la coalizione che avesse avuto i maggiori consensi, mentre da parecchi anni i suoi discendenti, oggi del partito democratico, sostengono la trasformazione maggioritaria e presidenzialista del nostro sistema elettorale.
Con vari referendum e leggi del parlamento, volute e approvate sia dai partiti e dalle coalizioni di centrodestra che di centrosinistra, oggi il sistema elettorale italiano non è più del proporzionale pure, è maggioritario e presidenzialista, con sindaci e presidenti delle provincie e delle regioni che vengono eletti direttamente dai cittadini e non più dalle assemblee elettive, mentre le forze politiche e sociali conservatrici e reazionarie puntano a far eleggere direttamente dal popolo anche il presidente del consiglio dei ministri e della Repubblica. L’elezione diretta dei capi delle amministrazioni pubbliche ai vari livelli istituzionali non significa per niente maggiore democrazia, perché non passa attraverso il confronto qualificato tra partiti ed eletti ma che scaturisce da un voto populista e qualunquista veicolato dai possessori e dagli utilizzatori dei potenti mezzi di informazione borghesi e capitalistici, dove l’elettore viene facilmente ingannato e spogliato della sua coscienza critica. Così passa facilmente il messaggio di chi sa meglio ammaliare gli elettori e non di chi propone reali cambiamenti in favore delle condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari.
Il sistema elettorale maggioritario e presidenzialista produce piccoli e grandi dittatori senza neppure la possibilità popolare di revocarli prima della scadenza del mandato, rappresenta un serio pericolo per la democrazia, seppur borghese, e apre la strada a nuove dittature e a nuovi regimi repressivi fascisti. I due attuali maggiori partiti italiani, cioè il partito della libertà e quello democratico, costituiti da forze ideologiche, politiche e culturali di diversa provenienza ma di uguale cultura e politica capitalistica, avvalendosi della loro
forza numerica in parlamento hanno deciso, autoritariamente e con scelte dittatoriali, che devono essere solo loro a governare alternativamente l’Italia e lo hanno fatto con l’approvazione di una serie di leggi che hanno determinato: un premio di maggioranza, sino al 60% della composizione delle assemblee elettive, per chi prende più voti; l’esclusione dal parlamento nazionale e da quello europeo per quelle liste o coalizioni che non superano lo sbarramento del 4%, sbarramento che vorrebbero elevare persino al 5 o 6%!; sbarramenti introdotti anche per provincie e regioni; contributi elettorali solo per chi supera un certo sbarramento elettorale; monopolizzazione dei mezzi di informazione radio-televisivi pubblici e privati da parte dei partiti e coalizioni che già detengono il potere e che risultano, così, favoriti nel rioccuparlo.
Tali autoritarie e dittatoriali modificazioni al sistema elettorale italiano, che passano attraverso strumenti solo apparentemente e ingannevolmente democratici, come leggi del parlamento e referendum popolari, comportano l’esclusione di milioni di italiani dalla vita istituzionale, amministrativa e governativa e costituiscono un pericolo serio di involuzione politica per il nostro paese, dove le istanze sociali della classe lavoratrice e delle più ampie masse popolari vengono sempre più violentemente ignorate e represse, finanche con il ricorso alla repressione delle forze dell’ordine. Passaggio dal proporzionale al maggioritario e al presidenzialismo che definire fascista è poco, è oramai riduttivo e non rende la portata del cambiamento reazionario in atto e i pericoli per il ritorno a una vera dittatura, inizialmente mascherata di populismo e di democraticismo ma che presto si rivelerebbe peggiore di quella mussoliniana. E’ da circa un ventennio che sono in atto continue modifiche al sistema elettorale ancor più autoritarie e repressive di quelle introdotte nel periodo della dittatura fascista. Ci riferiamo alla famigerata legge fascista - detta legge Acerbo dal nome del deputato che la scrisse e la presentò al parlamento - 18 novembre 1923 n.2444, voluta da Mussolini per garantirsi la maggioranza assoluta in parlamento, ma che, comunque, garantiva un terzo degli eletti all’opposizione, anche se non avevano avuto i voti necessari. Ecco perché affermiamo che oggi in Italia già vige un sistema elettorale maggioritario e presidenzialista peggiore di quello imposto dal regime fascista.
Coi proposti tre referendum ulteriormente modificativi - in senso maggioritario, bipartitico e presidenzialista - della legge elettorale italiana, per i quali gli elettori sono chiamati a votare domenica e lunedì prossimi, si vuole maggiormente accentrare il potere politico e istituzionale nelle mani del partito e del suo candidato presidente che avranno più consensi e non più in quelle della coalizione di partiti. Difatti i promotori borghesi e anticomunisti dei referendum chiedono di votare per assegnare il premio di maggioranza non più alla coalizione vincente ma al partito della coalizione che avrà preso più voti. Se vincessero i quesiti referendari proposti il sistema elettorale maggioritario, bipartitico e presidenzialista nel nostro paese farebbe un altro grave passo in avanti sulla strada del ritorno a una vera dittatura politica e sociale, gestita, con riferimento alla situazione presente, alternativamente dal partito della libertà e dal partito democratico, ovvero da Berlusconi oppure da Franceschini, con gravissime conseguenze economiche e sociali per la classe lavoratrice e le masse popolari italiane, dal momento che lor signori hanno ampiamente dimostrato di essere buoni governatori degli interessi nazionali e multinazionali della classe padronale.
Per queste ragioni politiche, di classe e rivoluzionarie, il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista - che non è presente in nessun ballottaggio amministrativo e che è impegnato a far fallire il disegno politico e di classe borghese che sta dietro l’iniziativa dei tre referendum – chiede ai comunisti, alla classe lavoratrice operaia e intellettiva, alle casalinghe, ai pensionati e ai giovani studenti, laddove sabato 20 e domenica 21 giugno 2009 si vota per il ballottaggio comunale o provinciale, di recarsi alle urne e di votare scheda bianca o nulla oppure annullandola scrivendovi sopra “Voto per il Socialismo” e rifiutando, facendolo verbalizzare dal presidente del seggio, le tre schede dei referendum. Nei Comuni e nelle Provincie, invece, dove non si vota per il ballottaggio il Partito chiede agli stessi elettori di disertare le urne. Compagni e lavoratori tutti, è evidente che si tratta di una iniziativa quasi insignificante dinanzi alla grande battaglia per la conquista del socialismo nel nostro paese, ma è pur sempre un momento importante di scelta e di lotta politica che la classe lavoratrice non può ignorare o delegare ad altri e che deve ugualmente combattere con impegno e determinazione di classe.
Forio, 18 giugno 2009.

La Segreteria del P.C.I.M-L.

mercoledì 17 giugno 2009

CONTRO LE GRAVI E REAZIONARIE PROVOCAZIONI NEONAZIFASCISTE DI QUESTI GIORNI RAFFORZIAMO IL PCIML E RICOSTITUIAMO LA “GUARDIA ROSSA” VOLONTARIA!

Signori traditori e rinnegatori della falsa sinistra, basta blaterare, parlarsi addosso, autocommiserarsi e invocare clemenza al potere padronale dominante, basta con le furbizie e le strumentalizzazioni opportunistiche, riformiste e revisioniste, basta con l’invocare conquiste e posizioni fatte colpevolmente smantellare dal nemico di classe con le vostre dirette e vergognose complicità politiche e istituzionali, complicità che stanno paurosamente favorendo il ritorno in Italia della reazione fascista e quadristica, e tutto questo squallore quando solo il ritorno all’organizzazione e alla lotta di classe del proletariato può evitare all’Italia, e non solo al nostro paese, una nuova tragedia sociale, come quella successiva alla prima guerra mondiale, una tragedia che certamente non avrà le medesime caratteristiche, ma i cui effetti potrebbero essere ancora più tragici ed efferati!


E’ triste, mortificante e offensivo per l’intelligenza umana vedere taluni squallidi personaggi della sinistra borghese e capitalistica, che hanno, purtroppo, il potere di controllare e di utilizzare i mezzi di informazione pubblici e privati, lamentarsi e strapparsi le vesti per la rinascente cultura fascista e per il pericolo del ritorno del potere e dello squadrismo fascista nel nostro paese, personaggi che per opportunismo, arrivismo e disponibilità di privilegi hanno tradito e rinnegato le passate posizioni ideali e politiche e che sono i diretti responsabili dei gravi pericoli di involuzione della situazione politica italiana. Nella paludosa e falsa sinistra italiana oramai esistono elementi inquinanti di tutte le specie, da quelli meno perversi e deviati a quelli più sfacciatamente corrotti e corruttori e disposti a tutto pur di mantenere le posizioni di potere acquisite con l’inganno e il tradimento, si tratta di un autentico fecciume politico e sindacale di cui il proletariato deve ritrovare la forza per liberarsene e presto e per evitare di ritrovarsi nuovamente manganellato e purgato.
Ci sono verità assolute e scientifiche che ogni persona intelligente, onesta e istruita non può negare: viviamo in una società divisa in classi contrapposte e in costante conflitto tra loro, ovvero la classe borghese sfruttatrice e quella proletaria sfruttata e schiavizzata, e quando una di queste classi arretra l’altra avanza; nella società divisa in classi la lotta di classe finirà solo con la scomparsa delle classi stesse. Lo Stato è di classe e rimarrà anch’esso tale sino all’estinzione delle classi sociali. L’esperienza storica ci insegna che quando il potere della classe lavoratrice si rafforza e avanza quello padronale è costretto ad arretrare e a fare nuove concessioni economiche e sociali, quando, invece, i lavoratori arretrano idealmente, politicamente e organizzativamente la classe padronale avanza e si riprende tutto quanto in passato è stata costretta a cedere. Tutta la storia dell’umanità è fatta di lotta di classe, di avanzate e di sconfitte per la classe lavoratrice e lo sarà sino all’edificazione della società comunista, la società infinitamente superiore e senza paragone rispetto all’attuale.
L’esistenza di un partito comunista non ancora totalmente svenduto agli interessi della borghesia, un sindacato che nella sua lotta aveva ancora degli elementi classisti e una classe lavoratrice in larga parte ancora

cosciente del proprio compito storico di liberare l’umanità dallo sfruttamento del lavoro, nel secolo scorso hanno consentito la lotta e la Resistenza antinazi-fascista, la conquista della Repubblica, di una Costituzione democratica e di consistenti miglioramenti delle condizioni di vita sociale quotidiana delle masse lavoratrici e popolari. Naturalmente tutto ciò in attesa della vittoria della rivoluzione socialista con la conquista del potere politico alla classe sino ad oggi sfruttata e sottomessa. Ma il vergognoso e ignobile tradimento ideologico e politico dei vertici imborghesiti dell’ex PCI - finiti persino a gestire diligentemente gli affari della borghesia nazionale e multinazionale – e la trasformazione padronale della politica sindacale della Cgil, hanno consentito alla borghesia, tramite il suo potere politico istituzionale, di riprendersi le concessioni costretta a fare in passato alla classe lavoratrice e alla cultura fascista di rialzare la testa, con la grave conseguenza di un pauroso impoverimento della classe lavoratrice e della rinascita dello squadrismo fascista, direttamente favorito da leggi dello Stato padronale.
In questi giorni e in queste ore si parla tanto del pericolo di un rinascente squadrismo fascista intorno alle istituende ronde, volute dal governo di centrodestra e non adeguatamente ostacolate dal centrosinistra borghese e capitalistico, del ritorno di un certo squadrismo fascista che potrebbe ricondurre l’Italia alla tragicità di un nuovo fascismo, aggiornato nella forma ma identico nei contenuti economici, sociali e comportamentali, e della nascita di organizzazioni che hanno molte somiglianze con i simboli, la cultura e i propositi del tragico passato nazi-fascista. Tali ronde populiste sono tanto più preoccupanti e inquietanti quanto più esaltano la cultura reazionaria della senofobia, del razzismo, della diversità e dell’avversione allo sconosciuto. Il pericolo del ritorno a un triste passato è reale e concreto, appartiene alla realtà storica della lotta di classe tra interessi e poteri differenti e opposti. Dinanzi a tali pericoli e realtà non servono i lamenti opportunistici e strumentali della falsa sinistra, sia essa democratica, riformista, revisionista, ambientalista, giustizialista e movimentista che i mezzi di informazione borghesi ci impongono di ascoltare in ogni ora del giorno, ma necessita la crescita immediata dell’autentico e unico partito di classe e rivoluzionario oggi esistente in Italia – cioè del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (P.C.I.M-L.) – per la ripresa della lotta di classe nel nostro paese allo scopo di fermare la deriva di destra in atto e per ridare dignità e potere alla classe lavoratrice. Al di fuori del P.C.I.M-L. non esiste altro partito che per ideali, politica e strategia possa assolvere a tale compito storico.
Il P.C.I.M-L., interprete e sostenitore della natura di classe e rivoluzionaria della dottrina comunista, alle chiacchiere e alle strumentalizzazioni opportunistiche e interessate dei traditori, rinnegatori e nemici degli interessi di classe presenti e futuri della classe lavoratrice italiana risponde con la necessità storica del momento difficile che vive l’Italia di ricostituire la Guardia Rossa volontaria per difendere gli interessi, i bisogni e le aspettative della classe lavoratrice italiana del braccio e dell’intelletto, per sostenere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà coi lavoratori provenienti da altri paesi in cerca di condizioni di vita più dignitose, per difendere le conquiste democratiche del nostro paese lungo la via della lotta di classe che condurrà alla rivoluzione socialista e alla conquista del potere politico alla classe lavoratrice, per difendere l’Italia dal pericolo del ritorno allo squadrismo nero e al fascismo e per garantire la sicurezza della vita delle masse lavoratrici nei luoghi di lavoro e nella convivenza civile. Siamo coscienti che la Guardia Rossa volontaria può essere ricostituita solo con la crescita organizzativa e operativa del P.C.I.M-L. sull’intero territorio nazionale ed è per questo che rivolgiamo un appello al proletariato italiano cosciente a chiedere l’iscrizione alla nostra Organizzazione di classe, cioè al Partito come l’hanno pensato e voluto Lenin e Stalin con la fondazione del Partito Comunista bolscevico e della Terza Internazionale Comunista, da dove nacque il nostro Partito Comunista d’Italia, che organizzò la prima Guardia Rossa in Italia.
Questa del P.C.I.M-L. è l’unica e convincente risposta politica e di lotta che si possa dare ai pericoli reali di un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari italiane – peggioramento imposto dalla classe padronale col suo potere politico e istituzionale di centrodestra e centrosinistra e con la complicità dei sindacati esistenti tutti di natura borghese – e di ritorno alla tragedia del fascismo, anche se mascherato sotto nuove sigle, personaggi e sembianze. Compagni, lavoratori tutti del braccio e dell’intelletto, questo è il momento del coraggio, della scelta e dell’impegno veramente comunista, è il momento di non stare più a guardare, di togliere la fiducia sino ad oggi accordata ai traditori e rinnegatori della causa comunista e di ritornare a militare in un vero Partico Comunista, cioè nel P.C.I.M-L.. Facciamo grande il P.C.I.M-L. per ricostituire anche la già gloriosa Guardia Rossa volontaria e per riprendere il cammino sulla strada indicataci da Marx, Engels, Lenin e Stalin, la strada maestra della rivoluzione socialista per costruire il Socialismo ed edificare il Comunismo nel nostro paese e nel mondo intero.
Forio, 15 giugno 2009.
La Segreteria del P.C.I.M-L.

venerdì 12 giugno 2009

giovedì 4 giugno 2009

L'APPELLO DI DOMENICO SAVIO ALLE POPOLAZIONI DI ISCHIA E PROCIDA: "VOTATE IL PCIML E NON CHI CALPESTA DA SEMPRE I VOSTRI DIRITTI SOCIALI"

ELEZIONI PER LA PROVINCIA DI NAPOLI: IL NUOVO SPOT ELETTORALE DI GENNARO E DOMENICO SAVIO INCENTRATO SULLE PROBLEMATICHE DELL'ISOLA D'ISCHIA

IL BREVE SERVIZIO DI RAI TRE SULLA PRESENZA DI DOMENICO SAVIO ALL'ANSALDO-BREDA DOVE HA INCONTRATO GLI OPERAI DELL'IMPORTANTE FABBRICA NAPOLETANA

DOMANI MATTINA, ALLE ORE 9.40, DOMENICO SAVIO RITORNA SU RAI TRE PER CONFRONTARSI CON GLI ALTRI CANDIDATI A PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Domani mattina giovedì 4 giugno 2009, a partire dalle ore 9.40, il Segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista e candidato a Presidente della Provincia di Napoli, Domenico Savio, ritorna negli studi Rai di Fuorigrotta per partecipare a un nuovo confronto elettorale con gli altri candidati presidente. Domenico Savio, tra l’altro, sicuramente accennerà anche a problematiche sociali di estrema attualità nel nostro collegio di Ischia e Procida come il dramma degli abbattimenti delle prime case di abitazione contro le cui demolizioni, e non ci stanchiamo di ripeterlo, si sta battendo da anni il PCIML. Le popolazioni dell’isola d’Ischia, di Procida e dell’intera Provincia di Napoli, sono invitate a seguire l’importante diretta televisiva su Rai Tre.
L’Ufficio Stampa del PCIML

GENNARO SAVIO SU RAI TRE ATTACCA DURAMENTE IL SINDACO DI ISCHIA FERRANDINO E DIFENDE L'ABUSIVISMO EDILIZIO DI NECESSITA'

INTERVISTA DI PROCIDA-TV A DOMENICO SAVIO, SEGRETARIO GENERALE DEL PCIML E CANDIDATO A PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

PCIML-TV DENUNCIA: IL PONTILE DI ITALIA 90 A ISCHIA E' DIVENTATO UNA DISCARICA A CIELO APERTO. CHE VERGOGNA!

martedì 2 giugno 2009

DOMANI MATTINA MERCOLEDI' 3 GIUGNO 2009, ALLE ORE 8.00 SU RAI TRE, GENNARO SAVIO SI CONFRONTA CON ALTRI CANDIDATI ALLA PROVINCIA DI NAPOLI


Continuano i confronti elettorali organizzati da Rai Tre tra i candidati dei partiti presenti alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Napoli. Dopo che nei giorni scorsi si sono confrontati i candidati alla carica di Presidente della Provincia di Napoli, domani mattina mercoledì 3 giugno 2009 a partire dalle ore 8.00, presso gli studi Rai di Fuorigrotta, si troveranno faccia a faccia alcuni candidati alla carica di Consigliere provinciale tra cui Gennaro Savio,, candidato del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista nel nostro collegio di Ischia e Procida. "Purtroppo i minuti a nostra disposizione in queste importanti tribune elettorali sono pochissimi, ha dichiarato Gennaro Savio, ma cercherò di sfruttarli al massimo per accennare anche a problematiche sociali che attanagliano le popolazioni dell'isola d'Ischia e, soprattutto, quella riguardante il dramma degli abbattimenti delle prime case di necessità contro la cui demolizione da anni ci battiamo. Le popolazioni dell'isola d'Ischia, di Procida e dell'intera Provincia di Napoli, sono invitate a seguire l'importante confronto televisivo.L'Ufficio Stampa del PCIML

GENNARO SAVIO "SMONTA" LO SPOT ELETTORALE DEL SINDACO GIUSEPPE FERRANDINO E DENUNCIA: "NEL COMUNE DI ISCHIA CLIMA PESANTE NEI NOSTRI CONFRONTI!"